Per volere del Ministero dei beni e delle attività culturali Dario Franceschini, l’Italia ha ora un Portale ufficiale della Canzone italiana. Si tratta di una piattaforma che ha più che altro il sapore di un enciclopedia, visto e considerato che custodisce ben cento anni di musica (dal 1900 al 2000), e quindi anche i brani più celebri e i cantautori più in vista della scena nostrana.
Le tracce presenti nel database provengono dalle raccolte dell’Istituto Centrale per i beni sonori ed audiovisivi, pertanto parliamo di migliaia di brani che spaziano tra artisti e generi di ogni tipo. Allo stato attuale si contano circa 200mila canzoni radunate in quello che, dati alla mano, è uno dei più grandi archivi sonori di tutta Europa, ricco peraltro di romanze e arie d’opera, ma anche di musica d’autore, brani proposti ai Festival di Sanremo, canti di guerra e di liberazione, musica popolare e quant’altro. Non solo canzoni da radio, dunque, ma un database molto più complesso, più ricco e interessante: il Portale della Canzone è quasi un monumento per la musica italiana.
Il sito web, www.canzoneitaliana.it, è nato per volontà del ministro Franceschini che l’ha seguito in prima persona per ben due anni. Due anni di lavoro “straordinario e silenzioso”, come l’ha definito lui stesso. E in effetti per mettere su un tale portale c’è voluto davvero un lavoro incredibile, anche perché oltre la raccolta e l’immissione del materiale sui server, chi si è occupato del progetto ha anche dovuto tessere specifici accordi con Spotify, Google Music, Apple Music e Tim Music per poter garantire un servizio di vera avanguardia.
Franceschini ha spiegato che l’idea di dar vita a un portale del genere gli è venuta nel bel mezzo di una visita all’Istituto Centrale per i Beni sonori e audiovisivi, che in pratica è l’ex Discoteca di Stato. “Davanti a quel patrimonio abbiamo subito pensato a cosa avessimo potuto fare per renderlo fruibile a tutti”, ha detto il ministro. “Per anni diverse generazioni di italiani si sono formate ispirandosi alla musica d’autore, attraverso canzoni che hanno fatto leva su valori e ideali sociali. La musica popolare è stata vista come una musica di serie B, ma io rivendico con una punta di orgoglio di aver prodotto una legge che riconosce espressamente il valore artistico della canzone d’autore”.
Il Portale della Canzone Italiana comunque non nasce per poi morire così, perché come è stato spiegato verrà costantemente aggiornato con un ritmo di 5mila nuovi brani al mese. In questo modo tutta la musica italiana e parte della nostra memoria avranno un punto di riferimento inossidabile. Ma c’è di più, perché il portale è fruibile in altre 7 lingue oltre a quella italiana (inglese, francese, spagnolo, tedesco, russo, cinese e giapponese), per cui, come ha anche motivato il governo, “ambisce a diventare un grande strumento di promozione dell’Italia nel mondo”.
Fiero di questa creatura è anche il grande Mogol, che ha definito il Portale “una pietra fondamentale nella costruzione di una vera cultura popolare”. Dello stesso avviso il premio Oscar Nicola Piovani, che si è detto estremamente entusiasta per questa “iniziativa preziosa”.